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La genesi.
Libro primo. Correva il
lontano inverno del 1992 (gli autovelox erano ancora rari...). L’estate era stata segnata per sempre dall’inno di
Jovanotti. L’autunno aveva rappresentato un vuoto di valori, e nell’aria
c’era una sensazione di attesa per qualcosa che doveva assolutamente
succedere. E qualcosa successe. In uno
scantinato cominciarono a trovarsi cinque animali con una passione comune. La
figa. Oltre ad un numero imprecisato di bottiglie di vino, lo scantinato offriva
una attrezzatissima sala prove con i più svariati strumenti musicali. Mais e
Pippo, gli unici due con una conoscenza della musica ed una indubbia bravura,
presero per mano gli altri tre, diedero loro i primi rudimenti ed ebbe così
inizio l’avventura dei Tubi Forti. Cedro
comprò una batteria attrezzatissima, con un servizio di piatti da dodici, non
si sa mai….Pelliccia scovò in un negozietto di roba usata un basso Vester ad
un prezzo accettabile, Mais e Pippo avevano già più chitarre che peli del
ghigno, Camai comprò un merdoso microfono e un leggio. Sono
passati quasi dieci anni, ma microfono e leggio sono sempre gli stessi. I Tubi
Forti si erano scelti un cantante rabbino. Con i gransipori in tasca. Funzionava
così: ci si trovava per tre o quattro ore a provare: provare nel vero senso
della parola, tentare inutilmente di produrre suoni. E, sorprendentemente, ci si
riusciva. Per terminare la giornata si mangiava un boccone insieme da qualche
parte usando le tovagliette per scrivere le nostre canzoni. Così
nacque quello che a distanza di anni è il nostro cavallo di battaglia: “Non
amarmi, trombami”. Le canzoni
venivano scritte ad un ritmo vertiginoso, tanto che in poco più di due mesi
potevamo disporre di un repertorio di una ventina di pezzi. Ci venne l’idea di
organizzare una serata. In un cinema teatro della curia. Il posto ideale per
portare “il verbo”. Organizzammo
tutto in pochissimo tempo, la data non poteva essere cambiata, i Tubi Forti
dovevano nascere il “sei marso” e
così fu. Organizzammo anche una vendita
di bevande all’interno del teatro, qualcosa che potesse funzionare, una
promozione che potesse essere vantaggiosa per il nostro pubblico e per le nostre
finanze. Inventammo il 2 x 3. Una birra mille lire, due birre tremila lire. E
andavano via come il pane, a coppie…... Esiste un
documento filmato della nostra prima serata, e probabilmente prima o poi ne
metteremo qualche stralcio in rete. Se solo sapessimo come si fa….. Nella
pausa tra il primo ed il secondo tempo del concerto (tutti i grandi fanno una
pausa…) venne allestito un buffet degno di tale nome. Si serviva pasta e
fagioli, nobile cibo per palati raffinati. Naturalmente
al rientro in sala fu necessario spalancare le finestre: esistono persone che
digeriscono ciò che mangiano in pochi minuti! E nel nostro pubblico ce
n’erano in abbondanza. La serata
filò via liscia, senza particolari intoppi. Ci venne da pensare che non dovesse
essere un esperimento sporadico, ma l’inizio di una serie di concerti. Un sacco
di idee, voglia di fare, voglia di trovarsi e, soprattutto, tanta voglia di figa.
Serviva un
disco. Anzi, in quegli anni, una cassetta. E così nacque la prima incisione
ufficiale del gruppo: Testamento
Lantani. Una chicca per
collezionisti. Una
cassetta con un libricino di testi all’interno, gelosamente custodita dai
pochi che sono riusciti a procurarsela. Rappresentava
un grande passo: la presa di coscienza di poter portare in giro la nostra
musica, che amiamo definire Porno-Gastro
Rock. Così
abbiamo iniziato la nostra prima tournè: “Bandana lantana tour 1993”.
Sempre in viaggio, lontano dalle famiglie, abbiamo attraversato l’Europa, non
tutta, una parte. Per la precisione quella parte di Europa che si estende dalla
Marca Trevigiana alle pendici del Monte Grappa. E lì abbiamo costruito la
nostra fortuna, la nostra fama. Dopo
alcune serate abbiamo realizzato che le facce che ci trovavamo davanti erano
tutte uguali. Spersonalizzazione del nostro pubblico, distacco dalla realtà
terrena….abbiamo cercato una spiegazione nei testi di psicologia. Abbiamo
cominciato a temere di aver preso una brutta china, già immaginavamo Camai che
si sparava un colpo di doppietta in faccia come Kurt Cobain. La spiegazione non
andava ricercata in nessun testo, è bastato chiedere il nome ai fan in prima
fila: erano sempre gli stessi. Una cinquantina di deficienti che veniva a tutti
i nostri concerti. E cantava a squarciagola le nostre canzoni. La scaletta la
facevano loro: abbiamo provato ad escludere qualche pezzo dal repertorio e
abbiamo rischiato il linciaggio. La
conclusione della tournè prevedeva la partecipazione ad un concorso per gruppi
come il nostro. Un montepremi di un milione (buttalo via…) da vincere in base
alle preferenze espresse da un pubblico selezionato di teste di kazzo. La
vittoria era alla nostra portata, avevamo già contattato una cantina sociale
per investire il denaro. Ma le
teste di kazzo sono strane e bastarde. Alcuni nostri sostenitori, vittime di un
abuso alcolico, si sono dimenticati di votare. E per una manciata di voti il
milione ha preso un’altra strada. Probabilmente è stato investito saggiamente
fruttando interessi, ma c’è stato un calo preoccupante nelle vendite di
alcolici. Durante
l’estate il gruppo si separa, ogni componente segue la sua strada: Cedro e
Pelliccia sul Terraglio, Mais sulla Pontebbana, Pippo e Camai sulla Valsugana.
Con un fine comune: vanno a troie. E
d’inverno si ricomincia, con nuove idee ed uno spirito immutato. Viene
preparata la nuova tournee: Pirati dell’essere tour. Un’altra
serie massacrante di date, chilometri d’asfalto macinati in pochi giorni,
ettolitri di birra ingeriti in poche ore aspettando la luce di un nuovo giorno,
che per il vero lantani non è mai malinconia, ma il presagio di una nuova
avventura. Per farla
breve, una serie di trionfi, acclamati da un pubblico festante: sempre le stesse
facce. Aumentate di numero, ma sempre le stesse. Nel
frattempo il repertorio comprendeva più di una cinquantina di pezzi, per cui si
imponeva una attenta selezione. Offrivamo sempre più di due ore di musica, ma
non potevamo permetterci di suonare per tutta la notte, ci avrebbero arrestati.
Per oltraggio al pentagramma! In questi
anni ci siamo rinnovati, ci siamo sciolti e riuniti, fatichiamo a trovarci per
una miriade di impegni di lavoro. Abbiamo fatto il Monica Levinsky tour, abbiamo
comprato un impianto voci con gli introiti delle nostre serate, ci siamo
regalati nuovi e sempre più sofisticati strumenti. Solo due cose non sono
cambiate: il microfono ed il leggio di Camai. Se almeno
ne avesse approfittato per imparare ad usarli…. Dopo un
anno sabbatico, in cui abbiamo suonato una sola sera in formazione rimaneggiata
(Cedro era con una troia..) torniamo al nostro pubblico. Parte il 4
maggio il Mucca Pazza tour. Ci portiamo tutti un peso nel cuore: con
l’Ordinanza 74/b del Decreto Ministeriale 635-25 il Ministero della Sanità ha
comunicato che dal 31 Marzo non si può più mangiare figa perché troppo vicina
all’osso. Dovremo
rivedere la nostra dieta, ma per voi bambine, ci sono sempre chilometri di
ghigno da mangiare!!! |
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